Saturday, April 21, 2007
Friday, April 20, 2007
Thursday, April 19, 2007
iL CaSTeLLo DeLL'eMiRo GiaFaR II a MeNZeL eL eMiR
L'Emiro Giafar II
«L'islamismo, nell'incitare gli arabi a continue e violente guerre religiose espansionistiche, nell'827 d.C. strappò, nel nome di Allah e di Maometto suo Profeta, al cristianesimo bizantino la Sicilia, che venne dominata per oltre due secoli fino alla conquista normanna.- In quel periodo in Sicilia si evidenziò una gagliarda figura di Emiro, Giafar II, che tra gli undici che la governarono fu, forse, quello che più amò l'isola sicuramente per il suo clima mite e per la sua selvaggia, incontaminata bellezza naturale.- La considerazione scaturisce dal fatto che egli nei suoi ventidue anni di governo, dal 996 al 1018, fece costruire nel territorio misilmerese, sulla Rocca che sovrasta la cittadina, uno splendido castello di cui oggi, purtroppo, per naturale e lenta corrosione del tempo e l'incuria inopinata degli uomini, ne rimane un suggestivo rudere il cui profilo si staglia nel cielo, caratterizzandone il luogo.- Ben presto alle falde della Rocca, sotto il Castello dominante, sorse un villaggio che venne denominato "Villaggio dell'Emiro", che in lingua araba si pronuncia "Menzel - El - Emir", da cui derivò poi l'attuale denominazione di Misilmeri.- Pertanto l'Emiro Giafar II, oggi, lo si può, a ragion veduta, considerare il fondatore di Misilmeri.- Non esisterebbe, infatti, oggi, Misilmeri e la sua gente se Giafar II, allora, non si fosse innamorato del luogo e non avesse deciso di farvi costruire la sua dimora.- Per creare l'immagine dell'Emiro Giafar, considerato che non può esistere immagine alcuna dello stesso, dato che il Corano impone il divieto della riproduzione della figura umana, mi sono ispirato ai bei volti della gioventù misilmerese, sui quali, ne sono convinto, è impressa la fisionomia araba dall'ampia plasticità dei piani facciali, dall'inciso e regolare profilo, dalla profondità dello sguardo e dal vigoroso atteggiamento.- Giafar II rappresenta anche il periodo della dominazione araba in Sicilia.- Nel costume del suo tempo, modellato con ricchezza di particolari a simboleggiare l'Estetica, il personaggio porta sul petto una "glittica", a forte rilievo trilobato, nella cui cavità è incastonato l'uovo cosmico, simbolo dell'Universo, sul quale sono posti, a rilievo, i famosi "numeri arabi", distribuiti secondo la concezione filosofica dei Pitagorici.-»
Wednesday, April 18, 2007
iL PaNe, oVVeRo L'aRTe Di ViVeRe
Il pane, ovvero l’arte di vivere.
Opere e performances
STUDIO 149
di
Lorena Sireno,
Via della Vittoria 149 – Cascina (Pisa)
L’interesse per le relazioni che intercorrono tra le problematiche artistiche e quelle esistenziali, centrale nei programmi e nelle realizzazioni delle Avanguardie Storiche, non può non informare, alimentare, animare il pensiero e l’attività di quegli artisti che oggi fondano la propria ricerca sulla vocazione all’essere piuttosto che all’apparire. Una ricerca così incardinata verte necessariamente su temi e problemi, inclinazioni e comportamenti tendenzialmente divergenti da quelli propri di un’impostazione consumistica della vita, nella quale il “tutto scorre” si riduce ineluttabilmente a flusso di sensazioni rapide ed effimere.
Viceversa l’uomo può aspirare ad una più compiuta conoscenza del proprio sé, al consolidamento di rapporti umani e sociali edificanti, alla individuazione di valori condivisi tra simili e perciò capaci di orientare positivamente la vita individuale e la convivenza.
Il libero e franco scambio di atti, parole, esperienze è probabilmente il mezzo mediante il quale tali aspirazioni possono – pur tra mille difficoltà e rinvii – trovare una prospettiva di realizzazione: a patto che questo scambio sia avvertito ed esercitato come necessaria, indispensabile modalità per la conduzione di una vita degna, piena, nutrita anche di speranza.
Il pane, per la sua diretta provenienza dalla natura, per il lavoro umano di cui necessita per essere impastato e formato, per il calore di cui abbisogna per divenire alimento, per la sua centralità nella storia e nelle culture dell’uomo, per la sua capacità di trascendere la funzione nutritiva e di assurgere addirittura a simbolo di cose spirituali, sembra ben rappresentare quel complesso intreccio di istinto, sentimento, ragione che l’uomo deve poter governare per vivere compiutamente la propria avventura terrena.
Il pane è dunque oggetto-alimento-simbolo che in maniera sintetica e diretta rappresenta l’arte-di-vivere ed evoca perciò i grandi temi dell’esistenza e della coesistenza, dei quali lo scambio e la condivisione di esperienze creative, la libera espressione mediante forme o atti sensibili possono favorire l’approfondimento. Sono, questi, i temi naturalmente centrali e ricorrenti del lavoro artistico “vero”, quello che si realizza attraverso il costante esercizio di una ricerca tra e con le cose visibili e invisibili, che è inesauribile per sua stessa natura.
Su questi temi, che il pane simbolicamente richiama, è imperniata l’iniziativa espositiva e comportamentale dello Studio 149 di Lorena Sireno
.
Sabato 5 maggio, dalle ore 18 in poi
lo Studio ospiterà opere e azioni performative dei seguenti artisti:
KaTia aLiCaNTe
MauRo aNDeaNi
GiaCoMo BoNCioLiNi
PaoLo BoTTaRi
SaNDRo BoTTaRi
FeDeRiCa CaSaRoSa
eNZo CoRReNTi
iGNaZio FReSu
DeLio GeNNai
PaoLo MaRCHi
CLaRa RoTa
LoReNa SiReNo
BRuNo SuLLo
i SaNTiNi DeL PReTe (performance)
CaRTa MuSiCa con Eugenio Sanna ed Edoardo Ricci (performance musicale)
La mostra sarà visitabile anche il successivo giorno di domenica 6 maggio
Dalle ore 18.00 alle ore 21.00